I redditi medi annui e le relative elaborazioni, calcolate sulla base della media annua dei contribuenti relativi alla Gestione separata Inps – Professionisti, riguardano principalmente i liberi professionisti non ordinistici, ma comprendono anche una parte di professionisti iscritti a ordini e collegi, privi di una Cassa previdenziale dedicata.
Bolzano in vetta, si conferma davanti a Milano
Un dato rilevante riguarda la provincia di Bolzano, che con un reddito medio annuo di 32.036 euro si posiziona al primo posto in Italia, davanti a Milano, che si attesta al secondo posto con 31.031 euro. Questo dato evidenzia una posizione consolidata che riflette le peculiarità socio-economiche della provincia. Le province che ospitano le principali città italiane – Milano, Roma e Napoli – registrano redditi medi superiori rispetto al resto delle province delle rispettive regioni.
Forti divari Nord-Mezzogiorno: il peso del territorio
L’analisi dei redditi medi annui in Italia evidenzia forti disparità tra le diverse aree del Paese, con il Nord che registra valori decisamente più elevati rispetto al Centro e al Mezzogiorno. Al Nord, i redditi non scendono mai sotto i 26.030 euro della Valle d’Aosta, con il Trentino-Alto Adige in testa alla classifica con un valore di circa 30.000 euro, trainato dai redditi elevati della provincia di Bolzano. Nel Centro, i redditi medi variano dai 24.700 ai 27.000 euro, con Firenze che emerge come la provincia più ricca, classificandosi al 37° posto su le 107 province. Nel Mezzogiorno, invece, la Basilicata è la regione che registra il reddito medio più alto (23.200 euro), anche se in testa alle province si trova Teramo in Abruzzo, che si colloca al 54° posto nella graduatoria nazionale. In fondo alla classifica si trova la Sicilia, con una media di circa 22.500 euro; ultima la provincia di Crotone, con circa 21.300 euro di reddito annuo. Complessivamente, il Nord domina la classifica nazionale, con tutte le 47 province tra le prime 57 posizioni, sottolineando un divario economico che separa nettamente le aree settentrionali da quelle meridionali.
Incrementi generalizzati dal 2018 al 2023
Un segnale positivo riguarda il generale aumento dei redditi medi annui nel periodo 2018-2023, che evidenzia una ripresa dopo gli effetti della pandemia. Tutte le province italiane hanno visto una crescita dei redditi, con un incremento medio del 10,0%, pari a circa 2.200 euro. Tra le province, Teramo registra la crescita più significativa (+21,8%), seguita da Foggia (+20,3%). Nel Mezzogiorno, gli incrementi percentuali risultano particolarmente marcati; tuttavia, ciò è in parte attribuibile ai redditi di partenza più bassi. Questi dati confermano come i divari territoriali continuino a caratterizzare la distribuzione dei redditi in Italia, ma suggeriscono al contempo un lieve recupero delle aree più svantaggiate.
Redditi e disuguaglianze di genere: gli uomini guadagnano mediamente seimila euro in più delle donne
L’analisi del reddito medio annuo suddiviso per sesso evidenzia una costante su tutto il territorio nazionale: in tutte le regioni e province italiane, gli uomini guadagnano mediamente di più rispetto alle donne, con una differenza che a livello nazionale si attesta intorno ai seimila euro. Questo divario reddituale, noto come gender pay gap, risulta particolarmente evidente nelle regioni con i redditi più alti.
Il Trentino-Alto Adige si trova al primo posto nella classifica del reddito medio dei liberi professionisti iscritti alla Gestione Separata Inps per gli uomini, mentre per le donne risulta seconda. Pur essendo una regione virtuosa in termini di reddito, essa presenta anche il più ampio gap salariale di genere nel panorama italiano.
Subito dopo il Trentino-Alto Adige, la Lombardia e l’Emilia-Romagna si posizionano rispettivamente al secondo e terzo posto per gli uomini, mentre per le donne al primo posto si trova la Lombardia, seguita dal Trentino-Alto Adige e anche in questo caso dall’Emilia Romagna. In fondo alla classifica, invece, figurano la Calabria per gli uomini e la Sicilia per le donne.
Analizzando più approfonditamente il divario salariale di genere a livello regionale, emerge una forte disuguaglianza tra le varie aree del Paese. Come già accennato, il Trentino-Alto Adige registra il divario più elevato, pari a oltre 8.200 euro, mentre la Calabria si distingue come la regione con la differenza più contenuta, con un gap di circa 4.200 euro. In generale, il gender pay gap è più marcato nelle regioni con redditi medi più elevati, mentre tende a diminuire nelle aree con redditi più bassi. In altre parole, il divario salariale di genere è più pronunciato nelle regioni del Centro-Nord rispetto a quelle del Mezzogiorno.