Il 12 novembre 2024 è stato presentato al CNEL il IX Rapporto sulle libere professioni in Italia
Ha aperto l’evento il presidente del CNEL Renato Brunetta che ha dichiarato tra l’altro: “Le libere professioni sono una ricchezza inestimabile di cultura imprenditoriale e lavoristica. Un tessuto eccezionale di capitale umano di elevata qualità. L’attività di analisi e di misurazione di questa realtà così complessa è molto importante ma non basta. Il CNEL si rende disponibile a esercitare la sua funzione di iniziativa legislativa, per ampliare e consolidare le tutele di welfare dei liberi professionisti.”
È stato quindi letto il messaggio di saluto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, impossibilitata ad intervenire di persona. Anche il Ministro ha sottolineato che “le professioni, sia quelle di natura ordinistica che quelle che non sono organizzate in ordini o collegi professionali, costituiscono un’avanguardia del cambiamento in corso. Lo sono per il carattere autonomo della prestazione resa, per la funzione sussidiaria che sono chiamati ad esercitare ma anche per le domande poste loro da imprese, enti, cittadini”.
Anche il Ministro per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa Maria Elisabetta Alberti Casellati ha inviato un messaggio in cui ha affermato l’importanza del Rapporto quale preziosa opportunità di confronto sulle peculiarità e criticità del settore.
Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni e consigliere CNEL, ha aperto i lavori sottolineando come si stia assistendo a un evidente riposizionamento delle professioni nel mercato del lavoro e nell’economia del Paese: “è una realtà in continuo divenire, dove i progressi economici e sociali si scontrano frontalmente con le debolezze strutturali del nostro Paese e anche del settore delle libere professioni, che cresce ma senza la spinta propulsiva delle giovani leve”.
Paolo Feltrin, responsabile scientifico dell’Osservatorio delle libere professioni, ha poi illustrato i contenuti del Rapporto fornendo una chiave di lettura dei vari fenomeni descritti ed evidenziando i principali temi di attenzione: il confronto tra le economie italiana, europea e statunitense nei cinquant’anni a cavallo tra il XX e il XXI secolo; il ruolo del terziario avanzato, composto tutto da alte professionalità e da professionisti, nello sviluppo economico; da ciò l’importanza della formazione e della ristrutturazione dell’offerta didattica italiana senza la quale il paese faticherà a migliorare la propria produttività; la trasformazione degli studi professionali in imprese sempre più strutturate.
Francesco Maria Chelli, presidente dell’ISTAT, ha confermato che i dati dell’Istituto evidenziano una carenza di percorsi formativi e di corsi universitari professionalizzanti per chi si avvia alla libera professione ma al contempo confermano la trasformazione in atto degli studi professionali in imprese sempre più strutturate. Per migliorare l’efficacia delle analisi e rispondere così alle esigenze del settore, è stata anche auspicata la collaborazione con enti di ricerca, istituzioni, parti sociali e con i professionisti stessi per la realizzazione di una nuova classificazione delle professioni e uno specifico approfondimento nelle rilevazioni delle forze di lavoro.
Natale Forlani, presidente dell’INAPP, ha sottolineato il contributo essenziale del Rapporto per una migliore conoscenza del mondo delle libere professioni. Forlani ha inoltre enfatizzato la necessità di intervenire per rispondere alla crescente domanda di competenze, sottolineando l’importanza di investire nella qualità della formazione. Le piccole e medie imprese, in particolare, hanno un forte bisogno di professionisti preparati.