Il IX Rapporto sulle libere professioni in Italia illustra le tendenze, le sfide e il ruolo delle libere professioni nel contesto economico e sociale dell’Europa e del Paese.
Parte I. Le libere professioni nel contesto europeo
Il Rapporto annuale sulle libere professioni in Italia si apre con la sezione dedicata ai confronti internazionali. Nel presente capitolo si propone in particolare uno sguardo ai principali indicatori della congiuntura economica europea e un affondo su alcuni elementi strutturali dell’economia nazionale (Pil, produttività, retribuzioni, occupazione) in prospettiva comparata. Gli indicatori convergono nel sancire la definitiva uscita dalla crisi economica determinata dalla pandemia e con essa il ritorno a tassi di crescita più contenuti.
Si analizza il tema della formazione nell’Unione europea negli ultimi anni, mettendo in luce similitudini e differenze dei contesti nazionali. Nella parte finale si propone inoltre un approfondimento sulla diffusione delle università telematiche in Italia e sugli studenti che si spostano all’interno della penisola italiana per motivi di studio.
Il presente capitolo è dedicato come di consueto ad illustrare le dinamiche di crescita delle libere professioni in Europa e nei singoli paesi europei. Le analisi prendono in esame il periodo 2009–2023, osservandone le variazioni complessive e quelle intervenute nella congiuntura più recente. In questo quadro, caratterizzato da forte incremento occupazionale e generale crisi del lavoro autonomo, le libere professioni sono andate progressivamente espandendo e consolidando il proprio ruolo nel mercato del lavoro europeo, con un’unica battuta d’arresto nel 2021, a seguito delle ripercussioni della crisi pandemica.
Parte II. I liberi professionisti in Italia
Si approfondisce in particolare l’andamento del Pil e dell’occupazione nel periodo post pandemico. L’Italia ha mostrato una reattività nella ripresa superiore a quella registrata da altre economie nazionali, soprattutto nel periodo iniziale di uscita dalla crisi. Il progressivo rallentamento della dinamica di crescita ha condotto a un contenuto rialzo dell’1% nel 2023. Il rimbalzo occupazionale è invece proseguito su ritmi sostenuti negli ultimi due anni, portando il tasso di occupazione italiano al 61,5%, livello mai precedentemente sperimentato dal mercato del lavoro nazionale. La crescita dei contratti a tempo indeterminato prosegue ininterrottamente dal primo trimestre 2022 e deriva in parte dalle trasformazioni dei contratti a termine. Il maggior ricorso ai contratti di lavoro stabili rappresenta un positivo segnale di consolidamento delle prospettive di crescita delle imprese, che mirano a stabilizzare e a fidelizzare la forza lavoro. Meno positivi sono invece i dati relativi alle retribuzioni: tra il 2021 e il 2023 i prezzi al consumo sono complessivamente aumentati del 16,3%, mentre le retribuzioni contrattuali sono cresciute del 4,5%.
Una delle caratteristiche che differenziano l’economia nazionale da quella degli altri paesi europei è quella legata ai noti e persistenti divari territoriali. Dall’unità d’Italia in poi gli squilibri tra Nord e Sud sono andati ad aggravarsi rendendo questo problema sempre più strutturale e radicato. In questo capitolo si propone una disamina dei principali indicatori economici e occupazionali utili a descrivere le fratture che allontanano il Meridione dal Centro e dal Nord Italia e le dinamiche intercorse negli anni più recenti. Oltre agli indicatori comunemente utilizzati per descrivere il divario Nord/Sud (Pil e tasso di occupazione), si propongono misure come il livello di istruzione, la percentuale di lavoratori part-time, i saldi migratori interni e con l’estero, con un focus specifico sugli studenti, e i principali indicatori demografici.
Si pone l’attenzione sui numeri della libera professione in Italia e sulle evoluzioni che hanno accompagnato questo comparto, con particolare attenzione alla straordinarietà dell’ultimo periodo (2019-2023). Limitando l’osservazione alle dinamiche dell’occupazione indipendente intercorse nell’ultimo anno (tra 2022 e 2023) si registra un aumento occupazionale a carico del segmento dei professionisti e degli imprenditori, mentre gli autonomi mostrano un lieve calo. Al 2023 l’aggregato dei liberi professionisti conta circa un milione 360 mila unità, numeri che corrispondono al 5,8% degli occupati e al 27,0% del complesso del lavoro indipendente. La crescita pressoché continua, che ha caratterizzato il comparto fino al 2019, si interrompe bruscamente nel 2020, quando gli occupati in regime di libera professione calano di circa 75 mila unità rispetto all’anno precedente. La dinamica del triennio successivo appare altalenante e dà come risultante a fine 2023 un volume occupazionale più incoraggiante di quello registrato nel 2022. Riportando l’attenzione sulle dinamiche relative agli ultimi anni si osserva come fino al 2021 la riduzione del numero di liberi professionisti abbia colpito prevalentemente la componente con dipendenti, dal 2022 si inverte la tendenza e nell’ultimo anno si registra una variazione positiva del 4,0%, con il recupero di quasi 8 mila professionisti datori di lavoro, 20 mila se si considerano gli ultimi due anni.
In questo capitolo si analizzano le caratteristiche socio-demografiche del comparto dei liberi professionisti in Italia. I dati evidenziano come i tassi di crescita occupazionale, molto più sostenuti tra le donne, conducano ad un chiaro processo di ribilanciamento di genere all’interno della libera professione: la quota femminile passa infatti dal 29,2% del 2010 al 35,3% del 2023; negli ultimi anni la componente femminile è cresciuta ovunque, soprattutto nel Meridione. Aumentano i datori di lavoro, mantenendo il trend dell’anno precedente, si aggiungono circa seimila datori e mille datrici di lavoro. È chiaro come l’invecchiamento della popolazione, che l’Italia sta subendo dal 2013/2014 abbia influenzato anche la struttura per età dei liberi professionisti. L’età media dei liberi professionisti nel 2023 è di 48,2 anni contro i 45,5 anni di dieci anni fa.
Nel presente capitolo si presentano, come di consueto, le analisi dedicate ai redditi dei liberi professionisti. Le elaborazioni proposte si avvalgono di più fonti: i dati ricavati dai bilanci consuntivi 2023 delle Casse private di previdenza, che riguardano i redditi dei liberi professionisti ordinistici; gli Indici Sintetici di Affidabilità Fiscale (Isa) di fonte Mef per le professioni ordinistiche per le quali non è disponibile la fonte informativa costituita dalle Casse previdenziali; i dati relativi alla Gestione Separata Inps – Professionisti, che interessano in netta prevalenza i liberi professionisti non ordinistici ma comprendono anche una parte di professionisti iscritti a ordini e collegi privi di una propria Cassa previdenziale, quali tecnici sanitari, assistenti sociali, guide alpine e maestri di sci; ed infine, le informazioni fornite dall’Ufficio di Statistica del Mef riguardo al regime ordinario e al regime agevolato.
Parte III. La dimensione d’impresa e i liberi professionisti
Il presente capitolo approfondisce il tema delle dimensioni d’impresa, in un’ottica comparata e focalizzandosi in particolare sui settori economici tipici della libera professione. Come sottolineato più volte, le limitate dimensioni d’impresa costituiscono una barriera alla competitività del sistema economico nazionale. Le analisi che seguono fanno il punto sulle differenze tra l’Italia e i principali paesi europei e mostrano come si è modificata la struttura dimensionale d’impresa nel nostro paese, negli ultimi dieci anni.
Nel presente capitolo si propone un’analisi della domanda di lavoro dipendente espressa dai settori delle attività professionali, scientifiche e tecniche. Attraverso i dati sulle assunzioni, cessazioni e trasformazioni dei contratti di lavoro dipendenti resi disponibili da Inps si mostrerà da un lato come sia aumentata la domanda di lavoro mobilitata dal settore, dall’altro come sia mutato il ricorso alle diverse tipologie contrattuali.
>Il presente capitolo si concentra sulle differenze interne al mondo libero professionale e propone una lettura comparata delle professioni ordinistiche e non ordinistiche, analizzando le evoluzioni delle due componenti e le caratteristiche specifiche di ciascuno dei due segmenti professionali. Le analisi si avvalgono dei microdati delle forze lavoro forniti da Istat e restituiscono un quadro di forte eterogeneità tra le vecchie e le nuove professioni, sottolineando la complessità dei fenomeni legati ai professionisti.
Parte IV. L’attività legislativa di interesse per le libere professioni
Il capitolo analizza il contenuto dei commi 142-155, dell’articolo 1 della legge di bilancio per il 2023 (legge 30 dicembre 2024, n. 213) attraverso i quali il Governo è intervenuto per rendere strutturale, a partire dal 1° gennaio 2024, l’Iscro ovvero l’ammortizzatore sociale per i lavoratori autonomi iscritti alla Gestione separata Inps. Inoltre, illustra le successive modifiche intervenute alla disciplina dell’Iscro, in materia di formazione e aggiornamento professionale, attraverso il c.d. “Decreto Coesione”.
Il capitolo in oggetto illustra lo stato di attuazione della legge delega per la riforma fiscale, legge 9 agosto 2023, n. 111. In particolare, vengono citati e brevemente commentati i decreti legislativi attuativi della delega nella parte in cui prevedono disposizioni di particolare interesse per la categoria delle libere professioni.
Il capitolo concentra la sua attenzione nell’approvazione del disegno di legge di delega in materia di revisione del sistema degli incentivi alle imprese (legge 27 ottobre 2023, n. 160). La delega si pone come obiettivo quello di disboscare la “giungla” delle misure incentivanti, di migliorarne l’efficienza e incrementare gli investimenti di politica industriale, attraverso una ricognizione del sistema degli incentivi alle imprese fondata su una organica razionalizzazione delle misure agevolative.
Viene poi dedicato un approfondimento sulle disposizioni di maggiore interesse per i liberi professionisti e i lavoratori autonomi, con particolare riferimento al principio di equiparazione tra imprese e professionisti ai fini dell’accesso agli incentivi.
Il capitolo viene dedicato all’analisi di “Autoimpiego Centro-Nord Italia” e “Resto al Sud 2.0”, i nuovi incentivi introdotti dal c.d. “Decreto Coesione” per promuovere l’avvio di attività di lavoro autonomo, imprenditoriale e libero-professionale da parte di giovani e donne under 35 esclusi dal mercato del lavoro.
Parte V. Rappresentanza e professioni: un anno di attività
Il capitolo tratta il rinnovo del Ccnl Studi e attività professionali, sottoscritto in data 16 febbraio 2024 da Confprofessioni, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs, e descrive le importanti novità introdotte sul fronte della disciplina economica e normativa dei rapporti di lavoro.
Il capitolo descrive gli enti bilaterali di comparto (Cadiprof, Ebipro Gestione Ordinaria, Ebipro Gestione Professionisti, Fondoprofessioni, Fondo di solidarietà per le attività professionali) e illustra i principali aggiornamenti adottati nell’ultimo anno. Il 2023 è stato caratterizzato da un potenziamento delle prestazioni a favore dei dipendenti degli studi professionali e dei liberi professioni.
Il capitolo, attraverso un elenco puntuale, passa in rassegna tutte le audizioni parlamentati e i Tavoli con Governo e ministeri ai quali la Confederazione ha partecipato nei dodici mesi presi in considerazione dal Rapporto.
Il capitolo analizza l’attività della Consulta per il lavoro autonomo e le libere professioni, istituita all’interno del Cnel e presieduta dal Presidente di Confprofessioni Gaetano Stella, con il compito di affrontare le trasformazioni del lavoro professionale e la condizione dei professionisti, e di promuovere iniziative legislative utili per il comparto.
Il capitolo elenca le principali attività svolte dal Desk Europeo di Confprofessioni, che, nel corso dell’ultimo anno, ha mantenuto costante il suo impegno nel monitoraggio delle dinamiche legislative europee di particolare interesse per i professionisti e nell’azione di lobbying, rafforzando i rapporti con europarlamentari e funzionari europei e assicurando la presenza incisiva della Confederazione nei processi decisionali dell’Unione.
Il capitolo ripercorre le principali attività e iniziative portate avanti da Apri International che, nel biennio 2023-2024, ha intensificato il suo ruolo di promotore dell’internazionalizzazione e di supporto allo sviluppo dei professionisti italiani all’estero, con un focus strategico su relazioni istituzionali e professionali. Le attività dell’ultimo semestre 2023 si sono concentrate principalmente nell’organizzazione della missione di una delegazione di professionisti a New York e Washington.
Parte VI. Approfondimenti tematici
Il panorama del lavoro libero-professionale in Europa è in espansione e in rapido mutamento, non solo sotto i profili delle competenze e degli strumenti operativi, ma anche delle condizioni economiche, dell’inquadramento giuridico e delle tutele sociali.
Quale visione olistica della salute basata sull’interconnessione di salute umana, animale e dell’ecosistema, One Health presuppone, da un lato, una governance forte a livello centrale che sappia coordinare le spinte provenienti da mondi eterogenei e, dall’altro lato, un radicamento nei territori che tenga conto delle profonde differenze esistenti a livello locale. La multidisciplinarietà che è a fondamento dell’approccio One Health prevede l’interazione di tutte le professioni che hanno un impatto, diretto o indiretto, sulla salute. Per i liberi professionisti, adottare tale approccio significa diventare protagonisti dello sviluppo sostenibile.
L’evoluzione attuale verso l’impiego su vasta scala di sistemi di intelligenza artificiale nel settore delle libere professioni impone riflessioni inedite. Tale evoluzione è irreversibile e deve essere gestita nel modo corretto allo scopo di promuovere sostenibilità, produttività e miglioramento delle condizioni di lavoro.