11 Dicembre 2024

Il ruolo emergente della Gestione Separata: analisi della libera professione in Italia

Un’analisi degli ultimi dati Inps dell’Osservatorio dipendenti e indipendenti, con un focus sui professionisti

Secondo i dati pubblicati oggi, 11 dicembre 2024, dall’Inps, la Gestione Separata si è affermata negli ultimi anni come una componente cruciale del sistema previdenziale italiano. Essa ha accolto un numero crescente di professionisti appartenenti a categorie non tradizionalmente coperte dalle Casse di previdenza private. I dati riguardanti i professionisti iscritti alla Gestione Separata Inps forniscono una visione dettagliata sull’evoluzione, la composizione per età e la distribuzione territoriale, mettendo in luce le trasformazioni del settore professionale non ordinistico nel mercato del lavoro italiano. I dati in analisi si riferiscono ai professionisti che svolgono l’attività professionale come attività unica e/o prevalente.

Il grafico relativo all’andamento temporale mostra una costante crescita del numero di iscritti, che svolgono la libera professione come attività prevalente dal 2010 al 2023, che passa da circa 259 mila a oltre 414 mila. Tale aumento testimonia l’importanza crescente di questa forma di previdenza per le nuove professioni intellettuali.

La componente maschile ha storicamente rappresentato la maggioranza degli iscritti alla Gestione Separata. La crescita degli uomini è avvenuta in modo lineare e stabile nel tempo, mantenendo un vantaggio numerico rispetto alle donne in quasi tutte le fasce d’età. Infatti, gli uomini nel 2023 sono 216.591, mentre nel 2014 erano 148.308, con una variazione relativa del +46,0%. Tuttavia, questa predominanza si sta lentamente ridimensionando, segno di una maggiore parità di genere nel mondo professionale. Sebbene gli uomini restino ancora la maggioranza, il loro tasso di crescita sembra essere meno pronunciato rispetto a quello femminile, segnalando un cambiamento progressivo nel panorama del lavoro autonomo. La variazione relativa delle donne tra il 2014 e il 2023 infatti è del 79,1% passando da 110.604 a 198.059 professioniste.

La piramide demografica evidenzia una predominanza di professionisti tra i 30 e i 49 anni, segno di un settore caratterizzato da lavoratori in piena attività professionale. La fascia 25-29 anni desta particolare attenzione in quanto mostra una partecipazione significativa (25.955 donne e 25.670 uomini), probabilmente legata alla maggiore propensione dei giovani verso lavori digitali o creativi. Le fasce di età superiori ai 60 anni, pur essendo meno rappresentate, rivestono comunque un ruolo significativo. Questo fenomeno potrebbe riflettere una continuità lavorativa, con professionisti che proseguono l’attività anche oltre l’età pensionabile, oppure con lavoratori dipendenti che intraprendono la libera professione al termine della carriera subordinata.

Inoltre, il dettaglio maschi e femmine evidenzia differenze significative nella partecipazione alla Gestione Separata. La componente maschile tende a prevalere in molte fasce d’età, soprattutto in quelle più alte, ovvero dai 55 anni in poi. Tra gli over 60, il numero di donne è significativamente inferiore rispetto ai colleghi uomini, con 19.553 donne a fronte di 39.403 uomini, rappresentando così meno della metà dei professionisti. Al contrario, la presenza femminile risulta più rilevante nelle fasce d’età più giovani, evidenziando un cambiamento culturale e generazionale, con una crescente integrazione delle donne nel settore professionale. Nella fascia tra i 35 e i 54 anni, infatti, si registrano circa 100 mila donne rispetto a circa 93 mila uomini.

La distribuzione per età suggerisce anche un’analisi della quota di pensionati e neo pensionati tra gli iscritti. Si osserva una netta predominanza di non pensionati, a conferma che questa categoria rappresenta soprattutto lavoratori attivi che stanno costruendo la propria carriera e accumulano contributi previdenziali. Inoltre, la quota di pensionati tra gli iscritti negli ultimi anni è diminuita notevolmente (-4 punti percentuali). La presenza di pensionati attivi potrebbe indicare un doppio contributo da parte di individui che continuano a lavorare sia per esigenze economiche sia per un desiderio di restare professionalmente attivi.

La distribuzione geografica presenta un panorama diversificato, con una forte concentrazione nelle grandi aree metropolitane, come Roma, Milano, Torino, Napoli, e una presenza comunque diffusa nelle province minori. Le grandi città si confermano i principali poli di attrazione per i professionisti grazie alla densità di popolazione e alla concentrazione di settori innovativi. Roma si distingue per la sua centralità nel settore della comunicazione e della consulenza legata all’amministrazione pubblica e conta oltre 54 mila professionisti, mentre Milano rappresenta il centro economico e finanziario del Paese, con un’elevata presenza di professioni creative e digitali che accrescono il numero di professionisti, pari a oltre 47 mila lavoratori. Napoli, invece, sta emergendo come punto di riferimento per il lavoro autonomo nel Sud Italia, consolidandosi come hub per l’innovazione.

Anche le province di medie dimensioni registrano una presenza significativa, favorita dall’espansione del lavoro da remoto e dal costo della vita più basso che consentono di mantenere clienti e collaborazioni nelle grandi città pur lavorando altrove. A livello macroregionale, le province del Nord, in particolare Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, registrano un’elevata concentrazione di professionisti e Milano rappresenta l’epicentro, mentre il Centro si distingue con Roma e Firenze. Il Sud, pur registrando valori inferiori (Crotone con 361  professionisti iscritti alla Gestione Separata è la provincia con il dato più esiguo), mostra segnali incoraggianti grazie alla diffusione del lavoro digitale e a incentivi all’imprenditorialità, nonostante permangano difficoltà legate a un’economia meno strutturata.