Tra il 2009 e il 2024 la percentuale di giovani d’età compresa fra i 15 e i 24 anni che risulta occupata passa dal 21,4% al 19,7%. Anche i disoccupati nello stesso periodo diminuiscono, scendendo dal 7,3% al 5,0%. Aumentano dunque gli inattivi, che rappresentavano il 71,3% dei giovani nel 2009 e che ora incidono per il 75,3%. La crescita del numero di inattivi, se non adeguatamente analizzata, potrebbe apparire come un segnale negativo. Tuttavia, disaggregando la popolazione inattiva tra studenti e non studenti, emerge chiaramente che l’aumento è interamente riconducibile alla componente studentesca, passata dal 60,5% al 67,2%. Al contrario, si registra una diminuzione dei giovani inattivi che non studiano, passati dal 10,8% all’8,1%. In questa prospettiva, anche il lieve calo dell’occupazione appare meno allarmante e potrebbe essere spiegato dall’aumento dei giovani che scelgono di proseguire il proprio percorso di studi.
L’aumento del livello di scolarizzazione emerge chiaramente dal cambiamento nella composizione percentuale per livello di istruzione dei giovani tra i 25 e i 34 anni. Nel 2009, quasi il 30% in questa fascia d’età possedeva al massimo un diploma di scuola secondaria inferiore; circa il 50% aveva conseguito un titolo di istruzione secondaria o post-secondaria non terziaria, mentre poco più del 20% era in possesso di un titolo di istruzione terziaria. Dal 2009 al 2024 si osservano importanti cambiamenti nei livelli d’istruzione dei giovani: la quota di coloro con un basso titolo di studio cala significativamente, attestandosi al 19,3%, mentre cresce in modo marcato la percentuale di giovani con un’istruzione terziaria, che raggiunge il 31,6%. Resta comunque rilevante la quota di giovani con al massimo un diploma di scuola secondaria superiore, che passa dal 50,2% del 2009 al 49,1% nel 2024.
Analizzando il fenomeno in ottica di genere si osservano tendenze lievemente differenti. La quota di uomini con un basso livello di istruzione si riduce di 10,8 punti percentuali (pp), a fronte di un aumento di 1,6 pp tra coloro con al massimo un diploma di scuola secondaria superiore e di 9,2 pp tra chi ha conseguito un titolo di studio terziario. Nel 2024 i maschi 25-34enni con bassa istruzione sono il 22,6% del totale, contro il 52,4% di chi possiede un livello medio di istruzione e il 25,0% di chi ha un’istruzione elevata. Tra le donne, nello stesso periodo, la quota con basso livello d’istruzione si riduce di 10 punti percentuali, ma diminuisce anche quella con istruzione media (-3,9 punti), mentre cresce in misura significativa la percentuale di giovani con titolo terziario (+13,9 punti). Nel 2024, quasi il 40% delle donne tra i 25 e i 34 anni ha un livello di istruzione elevato, circa il 46% possiede un titolo intermedio e il 16% ha un basso livello di istruzione. Sia nel 2009 sia nel 2024, le giovani donne presentano in media un livello di istruzione più elevato rispetto ai loro coetanei uomini.
In ultimo, risulta molto interessante osservare l’evoluzione del tasso di occupazione dei giovani italiani tra i 30 e i 34 anni a seconda del livello di istruzione. Tanto tra gli uomini quanto tra le donne si registra una tendenza comune: il tasso di occupazione diminuisce per chi ha un basso o medio livello di istruzione, mentre cresce tra coloro che possiedono un titolo di studio elevato.
Tra le donne, la maggiore diffusione di titoli di studio elevati contribuisce a un aumento del tasso di occupazione complessivo nella fascia 30-34 anni, che passa dal 61,2% al 64,8%. Al contrario, tra gli uomini si rileva una lieve flessione dell’occupazione, che scende dall’83,9% all’82,6%.
Il miglioramento occupazionale associato al possesso di un titolo di studio terziario è più marcato tra le donne rispetto agli uomini, evidenziando come per le prime l’istruzione elevata rappresenti un fattore ancora più determinante per l’accesso al lavoro. Tuttavia, nonostante il significativo aumento, nel 2024 il tasso di occupazione delle donne con istruzione terziaria (82,7%) rimane inferiore a quello degli uomini (88,4%).