I recenti dati Inps rivelano che, tra il 2014 e il 2023, il numero di lavoratori stranieri in Italia è passato da circa 3,04 milioni a oltre 3,82 milioni, con un incremento di quasi 800 mila unità, corrispondente ad un aumento del 25,7%. Tuttavia, analizzando l’area di provenienza degli stranieri, si evidenziano notevoli differenze nell’andamento di questi gruppi nel corso degli anni in analisi. I lavoratori stranieri provenienti da paesi extracomunitari sono infatti i soli responsabili dell’incremento complessivo degli occupati stranieri in Italia, con una variazione del +47,4%, che si traduce in quasi 927 mila unità. Per quel che concerne invece gli stranieri dei paesi comunitari, che si possono suddividere in due gruppi (Paesi Ue15* e Altri Paesi Ue**), si osserva una diminuzione degli occupati: nel caso degli occupati provenienti dall’Ue15 si assiste a un calo del 6,6% (-14 mila unità circa), mentre i lavoratori arrivati dagli altri Paesi dell’Unione europea diminuiscono del 15,31% (-131.330 unità). Le differenti traiettorie seguite dai collettivi citati determinano un evidente cambiamento nella composizione dei lavoratori stranieri sul territorio italiano. Infatti, tra il 2013 e il 2024, si registra un aumento di circa 11 punti percentuali nell’incidenza degli stranieri extracomunitari, a fronte di una diminuzione di quasi 2 punti percentuali di chi proviene dai Paesi dell’Ue15 e di un calo di più di 8 punti percentuali di chi arriva da uno degli altri Paesi dell’Unione europea.
Per quel che concerne il comparto degli stranieri liberi professionisti, il loro ammontare più che raddoppia tra 2014 e 2023, passando da poco meno di 13 mila unità a circa 29 mila. Si osserva inoltre un netto cambiamento della loro composizione in termini di area di provenienza. Se nel 2019 infatti la quota di liberi professionisti stranieri provenienti dai Paesi extracomunitari e dai Paesi dell’Ue15 era all’incirca equivalente (43/44%), nel 2023 l’incidenza dei primi aumenta significativamente e raggiunge il valore di 65%, mentre per i secondi il valore scende al 22%. Resta invariata la percentuale di professionisti stranieri provenienti dagli “Altri Paesi Ue” (13%). Tali valori sono influenzati dalla diversa numerosità complessiva dei gruppi di stranieri presi in esame. Se si considera infatti come collettivo di riferimento il totale degli stranieri provenienti da ciascuna area e si osserva la quota di liberi professionisti, risulta chiaro che la misura è significativamente più alta tra gli stranieri provenienti dall’Ue15 (3,3% nel 2023) rispetto agli altri gruppi (0,5/0,7% nel 2023).
In sintesi, negli ultimi anni la presenza di lavoratori stranieri in Italia è aumentata, con un particolare incremento della componente extracomunitaria. Nello specifico, nel settore delle libere professioni, è essenziale considerare la provenienza degli stranieri per effettuare un’analisi precisa della loro condizione occupazionale.
*Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito (fino al 2020), Spagna, Svezia (trattandosi di lavoratori stranieri ovviamente dalla classificazione dei comunitari dell’UE a 15 mancano tutti i soggetti nati in Italia)
**Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Ungheria.